Come potrete tutti concordare, la piu’ grande difficolta’ di una associazione nonprofit nell’approcciare una azienda e’ quella di “scovare” l’interlocutore ideale interessato a donare per una raccolta fondi.
Con LinkedIn posso arrivare a contattare direttamente gli alti vertici e ottenere una risposta?
Una volta creato il proprio profilo, posso effettuare una ricerca avanzata di altri profili con cui connettermi, utilizzando filtri come il ruolo ricoperto, il nome dell’azienda, la categoria merceologica in cui opera e il territorio in cui risiede.
Una volta individuate le figure chiave, posso provare a contattarle, ma solamente se queste rientrano nel secondo livello di relazione, ovvero se sono “amici dei miei amici”; in tutti gli altri casi dovrei pagare un servizio offerto da LinkedIn, ma per ora non ne vale la pena.
Quando entro nel profilo di mio interesse posso cliccare sul pulsante “Connect” e a questo punto ho la possibilita’ di scrivere una brevissimo messaggio per richiedere “amicizia”.
IMPORTANTE: il messaggio non puo’ contenere indirizzi web e permette di inserire pochissimi caratteri, quasi come un sms. Un ottimo esercizio di sintesi!
In piu’, mi verra’ richiesto di specificare il tipo di conoscenza che ho con il contatto e, se non conosco l’indirizzo email e se non ho in comune ne’ un luogo di lavoro ne’ un corso di studio, l’unica opzione possibile sara’ “friend”.
Una volta ottenuta “l’amicizia” potro’ avere l’indirizzo email del mio contatto e inviare una email piu’ specifica.
Passaggi per aprire una pagina linkedin per un’associazione nonprofit:
- Fatti un profilo
- Aprite una company page
- Popolate la vostra pagina
Una volta che avrete aperto la company page, dovrete naturalmente arricchirla di contenuti!
In generale esistono due modi di utilizzare LinkedIn, al pari di altri social media:
- Sfruttarlo come piattaforma tecnologica, vetrina (modalità di utilizzo 1.0)
- Utilizzare il potenziale di engagement e partecipazione (logica 2.0)
E’ possibile affermare che le company page offrono servizi abbastanza statici e unidirezionali, più vicini all’1.0. Ma con i gruppi? sfruttate le logiche 2.0!
I gruppi LinkedIn sono tra le cose più interessanti e al contempo più sottovalutate di LinkedIn.
Qui la coda lunga docet: alcune aziende ne stanno già approfittando per raccogliere nicchie di utenti e prospect, per parlare di temi che senza il web non avrebbero avuto probabilmente spazio sui canali tradizionali.
Molto utile per creare e condividere conoscenza: un’ottima leva soprattutto per le aziende.
Una cosa non banale da osservare qui è che chi crea e gestisce il gruppo si pone nella posizione di esperto in materia, interessante per migliorare la percezione del settore dell’organizzazione.
Come detto, dunque, mentre le company page vengono per lo più utilizzate come vetrina, i gruppi offrono maggiori opportunità di dialogo. Considerate anche la possibilità di partecipare a gruppi già aperti. Un altro ottimo modo per fare networking!
Ovvio non è semplice, tutto dipende dalla strategia!
Il posizionamento su LinkedIn di una ONP dipende in definitiva dalla propria strategia e dalle politiche di distribuzione dei contenuti, tenendo sempre in mente la coerenza delle comunicazioni sui diversi media e gli obiettivi di fundraising.
Ecco allora una piccola check-list da considerare prima di ‘iniziare’:
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Come siete strutturati internamente e cosa comporterebbe a livello di ‘chi fa cosa’?
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Avete le risorse e il tempo per creare una presenza efficace e che crei valore?
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In che modo la presenza LinkedIn si integra nel social media plan organizzativo?
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Quali sono gli obiettivi ricercati?
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Producete contenuti a sufficienza per poter pubblicare con continuità?
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Producete contenuti qualitativamente validi e che potrebbero effettivamente interessare?
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[per l’apertura di gruppo] Siete interessati a creare conoscenza rispetto a un argomento?
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[per l’apertura di un gruppo] Ci sono altri gruppi che parlano di temi che vi interessano?
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[per l’apertura di un gruppo] Quali sono gli obiettivi alla base dell’apertura del gruppo?
In generale, la gestione di un gruppo è molto più dispendiosa rispetto alla company page: il rapporto costi-benefici e alcuni calcoli sul ROI vi saranno utili per comprendere se e a che livello impegnarsi. Se ne vale la pena.
Per ottenere maggiori risultati in una raccolta fondi, il sentiero da seguire è sicuramente quello del rapporto one- to-one, dove il fundraiser si relaziona direttamente con il potenziale donatore.
Lo sviluppo di social network come Linkedin ha creato, nuove possibilità di contatto con i propri interlocutori, creando potenzialmente uno spazio interessante per promuovere attività di raccolta fondi.
Premesso che in questi ambienti si sviluppano interventi dispersivi in termini di tempo e ancora poco monitorati in relazione ai risultati economici che potrebbero sortire, prima di intraprendere questo percorso bisogna analizzare nel dettaglio le possibilità offerte da questi strumenti per poterne valutare l’effettiva convenienza.
Fonti e approfondimenti: Indiegogo, Fundraising coach
Segui anche:
Per ulteriori informazioni su come utilizzare i social network per raccogliere fondi guarda le slide del webinar: Social network e fundraising oggi