Per la prima volta nella mia vita sono stato in Africa, per la precisione in Kenya nella regione Samburu. Insime a Elena e Simona, per Fondazione l’Albero della Vita, siamo andati in missione con l’obiettivo di avviare un nuovo progetto di supporto “Mother and Child” nel reparto di maternità dell’ospedale governativo di Maralal.
Guarda il video della missione Samburu
MATERIALE NECESSARIO SUBITO:
- 1 Letto per sala parto e kit lenzuola 4200€
- 4 Divisori per sala parto 75€
- 4 Tiralatte automatico 50€
- 400 Kit mamme: (bacinella, piatto, cucchiaio) 15€
- 120 Divise per mamme partorienti 12€
Per farlo abbiamo bisogno di un tuo aiuto, partecipa alla raccolta fondi di Elena, Mattia e Simona su Facebook.
La raccolta fondi è terminata con un ottimo obiettivo raggiunto
Qui a Maralal, a centinaia di Km di distanza dalla metropoli di Nairobi e dalle turistiche località costiere, vivono le antiche comunità agro-pastorali dei Samburu, gruppo etnico nilotico di “guerrieri” imparentato con quello dei Masai. È principalmente a loro che è rivolto il nostro intervento.
Per ogni madre il momento del parto rimane un ricordo indelebile, di gioia, di completamento, per la nascita di un nuovo figlio. Per molte donne, invece, questo momento si trasforma tragicamente in un ricordo di grande pericolo per sé e per nascituro.
E’ stata un’esperienza pazzesca!
Questo è quello che accade quotidianamente nel distretto del Samburu, nel nord del Kenya, dove una comunità nomade di circa 300mila persone vive ancora oggi di pastorizia in villaggi (manyatta in lingua Samburu) sparsi per 20.808 chilometri. Qui vivono nelle tipiche capanne circolari di paglia e terra, comunità di antichi guerrieri, detti anche Lokop, i “padroni delle terra”.
In questa missione siamo venuti a visitare le condizioni dell’ospedale governativo di Maralal, dipartimento maternità, per avviare un nuovo progetto di “Mother and Child Support” in Samburu Central Hospital. Il nostro partner locale è Find The Cure Kenya, un’organizzazione della società civile keniota fondata dal dr Daniele Sciuto, medico italiano che vive in Samburu da circa tre anni con la moglie Jasmine, ostetrica nello stesso ospedale. Sono loro che ci accompagnano nella struttura, che ci fanno incontrare i medici, le ostetriche, le infermiere e le mamme.
Per i casi più gravi poi, c’è una sala operatoria, ma le condizioni igieniche e sanitarie rimangono le stesse.
Da subito abbiamo pensato che è un nostro dovere migliorare le condizioni di questo luogo, un posto diventato orami punto di riferimento per moltissime donne. In questo ospedale, infatti, ogni mese partoriscono circa 120 donne. Vuoi aiutarci?
Fatti un dono. Dona
Come riportato da un bellissimo articolo di DoppioZero. Se poi pensiamo che uno dona mentre l’altro riceve e ricambia, viene quasi da chiedersi dove stia la differenza rispetto a uno scambio commerciale. Anche in questo caso uno offre mentre l’altro riceve e paga. La differenza, abissale sta nella libertà. O meglio, nelle libertà: libertà di ricambiare o meno, libertà del tempo in cui ricambiare, libertà del modo in cui lo si fa.
E la differenza sta anche nel rischio che si prende quando si dona: non c’è alcuna certezza di essere contraccambiati.
Il valore del dono sta nell’assenza di garanzie da parte del donatore. Assenza che presuppone una grande fiducia negli altri. Il valore del controdono sta nella libertà: più l’altro e libero, più il suo gesto avrà per noi valore, perché non sarà dettato dall’obbligo (come nel caso dello scambio commerciale), ma dalla sua volontà di prolungare nel tempo quel rapporto, avviato con il dono.
Ecco che in questo caso il dono diventa promotore di relazioni.
Ciò che spinge a donare è la volontà degli uomini di creare rapporti sociali, perché l’uomo non si accontenta di vivere nella società e replicarla come gli altri animali sociali, ma deve produrla per vivere.
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GRAZIE