Un vicesceriffo di Hampton, Virginia negli Stati Uniti, è stato licenziato per aver cliccato ‘Mi piace’sulla pagina Facebook dell’avversario del proprio capo.
Quando nel 2009 Daniel Ray Carter, ha cliccato l’ormai onnipresente “Like” di Facebook sulla pagina di un candidato sceriffo diverso dal suo superiore, probabilmente non immaginava di aver dato il via a un dibattito sulla libertà di espressione e sul Primo Emendamento.
Eppure è quello che è successo: scoperto il suo Like poco rispettoso e rieletto alla sua carica, lo sceriffo ha deciso di licenziare Carter, che ha scelto di portare la questione in tribunale. Il giudice, tuttavia, ha stabilito ad aprile che a differenza di un post il semplice Like non può essere considerato una dichiarazione protetta dalla Costituzione.
Carter si è quindi appellato contro la decisione, e questa volta ha Facebook dalla sua parte. Nella sua dichiarazione, il popolare social network sostiene che il Like sia un’espressione simbolica come un adesivo o un cartello, che permette ai cittadini di comunicare la propria posizione politica.
La posizione di Carter e di Facebook è appoggiata anche da importanti esperti come Eugene Volokh dell’UCLA e dall’American Civil Liberties Union: è molto probabile, a questo punto, che la corte decida a favore dell’imprudente vicesceriffo.