Questo, è l’articolo numero 800 che scrivo sul mio blog (il 1° con Gutemberg e WP 5.0.1) e volevo fissare un punto di quello che vedo attorno al mondo del digital e del fundraising con la consapevolezza che ho di questi ambiti.
Come al solito, è una mia personale visione di tutto quello che sta accadendo dentro e fuori il mondo digitale. Ho preso spunto e ispirazione da alcuni articoli che trovi in fondo a questo post.
Come in tutti gli ambiti, anche nel fundraising non ci sono verità assolute (sia digital che no) ma prosegui nella lettura e fammi sapere se hai trovato spunti interessanti e cosa ne pensi di questi trends e riflessioni. 🚀
Partendo dal contesto
Ad ogni discussione/incontro/riunione a cui partecipo, percepisco il desiderio degli astanti di trovarsi sul piatto quell’intuizione, quella scorciatoia, quell’idea che porti l’ONP a fare un salto quantico di fundraising orientando la via più breve verso la gloria eterna.
Ad ogni proposta però, vedo sedimentarsi il focus sempre sulle stesse cose, strumenti, contenitori e azioni come Piattaforme, Automazione, Viralità, Inbound, Content, Remarketing, e senza alcuna apertura verso una strategia che non separi advertising da contenuto.
Partendo dal basico si dovrebbe capire cosa muove una persona a donare, poi utilizzare un metodo e dopo ancora uno strumento ma ancora prima di tutto dovremmo puntare ad essere rilevanti nella vita dei del donatore.
Nel settore del Non profit percepisco una crisi del modello organizzativo tradizionale del fundraising, certamente il canale cosiddetto “classico” della raccolta fondi funziona ancora egregiamente (e lungi da me ogni attacco a questo) ma si dovrebbe iniziare a ragionare su un medio/lungo periodo, diciamo 5 anni per iniziare a concepire un nuovo schema di organizzazione.
Come diceva Dan…
Facciamo il punto della situazione
Per fare emergere una ONP oggi, bisogna soddisfare uno stile di donazione esperienziale che però non è in delega al digital ma è controllata da altre funzioni organizzative e che quindi necessita di una apertura e un’inclusione con altre sfere dell’organizzazione.
Sappiamo ormai che le nuove tecnologie vengono adottate più velocemente di una volta e che la combinazione tra smartphone e social porta con sé un cambiamento radicale dei modelli di comunicazione/donazione che sta radicalmente trasformando i modelli di influenza del donatore per il sostegno di una organizzazione non profit.
E quindi, impostiamo una social media strategy? NO!
Non esiste una “Strategia Social”, esiste soltanto una tattica di canale.
Gianluca Diegoli
Il donatore ha molta più informazione di una volta, non decide più esclusivamente in base all’informazione che le ONP gli fornisce. Il donatore decide dove e come trovare l’informazione e come risultato ha più potere di una volta ed è molto più scettico. (in questo periodo poi..)
Il mondo, in poco tempo, è diventato più interconnesso e complicato di quanto ci si aspettasse e l’avvento di social e smartphone ha accelerato e reso frenetico il livello di competizione portandolo al “real time”.
Più che una donor journey che faccia atterrare dove vogliamo le persone, c’è bisogno di più battito cardiaco e più possibilità di touch points perché il canale di donazione è tra i più ingovernabili dei flussi, perché il donatore è sfuggente, distratto e ha mille alternative in ogni momento.
Cosa si deve fare
Il donatore vuole conoscere l’organizzazione anche e soprattutto sui canali digitali, nei quali vuole trovare contenuti autentici e credibili, che valgano la pena di essere condivisi, visti ed ascoltati.
Inoltre, questi contenuti, li vorrebbe sviluppati da un donatore, da un operatore sul campo, da un influencer credibile e non dalla ONP stessa. Si potrebbe dire che “Non è la nostra promozione, ma è la loro conversazione, a differenziare il nostro impatto e provocare una donazione”.
L’offerta di contenuti (di scarso valore) ha ormai superato la domanda. E i contenuti “aziendali” sono svantaggiati per spesa e ingaggio rispetto al post che l’essere umano medio produce naturalmente. (“buongiorno!”, “auguri!”, “vorrei essere qui!”, “non ho parole!”, “mi sono fidanzato!”)
Conclusione
Non c’è nessuna risposta esclusiva, ogni caso che si affronta è unico.
Strumento, non è strategia.
Chi pensa che un’idea e un’innovazione si possa applicare alla comunicazione e alla raccolta fondi di qualsiasi organizzazione ha capito poco di fundraising. Nel 2019 dovremo affrontare nuove sfide e nuovi trend di comunicazione come:
- Video post
- Live streaming
- ChatBot
- Influencer marketing
- Audio content
- Virtual Reality
- Social Commerce
La verità, è che in primis dobbiamo, (noi operatori per poi comunicarlo alle persone) comprendere che Il fundraising è un mezzo, non il fine e che siamo TUTTI dei possibili “Changemakers” indispensabili per rendere il mondo un posto migliore.
Spero di poterti dare a breve, un’anteprima del mio progetto per il 2019/2020, ma al momento resta tutto TOP SECRET (anche un po per scaramanzia).
Qui sotto trovi l’illuminante TED di Carola Carazzone che esprime al meglio tutto il concetto.
Di di seguito ti lascio alcuni articoli da cui ho ripreso concetti e consapevolezza su quello che ci attende nei prox anni. Spero ti possano essere utili e folgoranti come lo sono stati per me.
- Contro tutti i metodi magici
- Confessioni di un digital marketer disilluso
- 5 Content Marketing Trends To Watch In 2019
- Come impostare un mindset per raggiungere i propri obiettivi
- Ecco perché il consumo esperienziale mina le certezze del marketing
Buon Fundraising!