Articoli istantanei di Facebook. Il social network più grande al mondo lancia, Instant Articles. E ora sarà interessante vedere come reagirà il mondo dei media.
Instant Articles è una nuova funzione di Facebook che permetterà agli utenti di leggere alcuni articoli sui loro cellulari senza lasciare l’app.
La società fondata da Mark Zuckerberg ha deciso di creare questa nuova funzione dopo aver notato la lentezza dei collegamenti tra la propria app e i siti di informazione.
E’ un cambiamento epocale. I giornali potranno pubblicare contenuti originali sulla piattaforma Social con contenuti interattivi quali video, gallerie fotografiche e mappe. Tutto al di fuori della loro property. Su una rented property appunto.
Nulla sarà più come prima? Chi lo sa. Da tempo Facebook lavora per inglobare internet per diventare il nostro “sistema operativo” della rete. Ci da’ le foto. Ci da’ i video condivisi e da qualche tempo ci da’ i video da poter caricare e condividere con un proprio player sulla rete. Ci da’ gli amici e le loro avventure. Ci da’ l’agenda degli eventi inutili e importanti, di business e di mondanità.
Ci da’ la chat e i messaggi istantanei. Ci da’ le telefonate. Ci da’ le notizie condivise con Paper. Ora ci da’ le notizie originali. Con uno schema di visualizzazione e lettura forse anche più bello di quelli di tanti siti di informazione italiani ma non solo.
Revenue sharing sembra essere il modello di business. Gli editori, potranno vendere la pubblicità attraverso le proprie concessionarie o farsi aiutare da Facebook dividendo gli introiti.
Sono tanti i temi che mi incuriosiscono.
- I giornali perderanno la proprietà dei propri contenuti?
- Gli editori che hanno dimezzato gli introiti negli ultimi 5 anni riusciranno con questa modalità a rimanere a galla?
- Facebook riuscirà a rimanere nella testa nostra e dei nativi digitali sopratutto, solo come un contenitore lasciando al nome della testata l’autorevolezza della notizia? O divorerà o meglio ingloberà anche quella?
- I giornalisti come reagiranno a questa innovazione quando un importante loro esponente si vantava di aver lasciato il mondo come lo aveva trovato parlando di un tema di innovazione come il branded content?
Per ora le testate che hanno aderito all’iniziativa non sono poche e sono molto importanti. New York Times, NBC, National Geographic, BuzzFeed, Teh Atlantic, The Guardian, BBC, Der Spiegel, Bild.
Forse un tentativo vale farlo. Abbracciare l’innovazione per vedere se porta a qualcosa. Prima di schifarlo o evitarlo, prima di farlo fare ad altri e reagire con ritardo perdendo l’ennesima e forse ultima occasione in un mondo, diciamolo, che forse non sarà mai più come prima.
Questa analisi secondo alcuni sembra semplicistica: prima gli editori hanno ceduto la propria audience a FB – che adesso si fa pagare per restituirla – e ora sono pronti a cedere i contenuti. Detta così sembra una sconfitta degli editori. In realtà è una guerra di piattaforme, dove una pubblica (Web) compete con una privata (FB): è vero che l’efficienza del privato è maggiore, ma a livello strategico dove conviene investire per un editore? Sarà interessante anche vedere la reazione di Google, che in questo processo ha tutto da perdere.
Articolo originale di: Ugo Benini