Enel uccide il clima e l’arma che utilizza è il carbone, blitz di Greenpeace alla sede romana dell’azienda. Greenpeace chiede a Enel di fare marcia indietro sui suoi programmi di sviluppo di questa fonte sporca. Sotto accusa soprattutto la centrale di Brindisi.
Tra i “crimini” di cui l’ong ambientalista accusa Enel c’è la centrale a carbone Federico II a Brindisi: “l’impianto industriale più inquinante in Italia per emissioni in atmosfera. La centrale di Brindisi causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra. In altre parole, i guadagni di Enel sono equivalenti ai danni che produce su ambiente e salute. E che non paga”, fa sapere Greenpeace.
Enel è stata “iscritta al registro degli indagati” dai R.I.C. di Greenpeace sulla base dei dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA). Secondo l’Agenzia la centrale a carbone di Enel Federico II a Brindisi è l’impianto industriale più inquinante in Italia per emissioni in atmosfera.
La centrale di Brindisi causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra.
Greenpeace chiede a Enel di :
– ritirare immediatamente i progetti per gli impianti a carbone di Porto Tolle e Rossano Calabro;
– non aumentare la produzione a carbone nel Sulcis;
– eliminare progressivamente la produzione elettrica da carbone entro il 2030 e la sua sostituzione con energie rinnovabili.
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