Ci risiamo, su Facebook dopo l’ultima Bufala sull’impostazione della privacy che circolava su moltissimi profili ne è saltata fuori un’altra. Questa recita cosi:
“Dichiaro quanto segue: Qualsiasi persona o ente o agente o agenzia di qualsiasi governo, struttura governativa o privata, utilizzando o il monitoraggio di questo sito o qualsiasi dei suoi siti associati, non ha il mio permesso di utilizzare informazioni sul mio profilo, o qualsiasi parte del suo contenuto compaia nel presente, compreso ma non limitato alle mie foto, o commenti sulle mie foto o qualsiasi altra «immagine» pubblicata nel mio profilo o diario.
Sono informato che a tali strutture è strettamente proibito divulgare, copiare, distribuire, diffondere o raccogliere informazioni o intraprendere qualsiasi altra azione riguardante o contro di me tramite questo profilo e il contenuto dello stesso. Divieti precedenti si applicano anche ai dipendenti, stagisti, agenti o qualsiasi personale sotto la direzione o il controllo di dette entità. Il contenuto di questo profilo è privato e le informazioni in esso contenute sono riservate al circolo di persone alle quali esso è destinato.
La violazione della mia privacy è punita dalla legge. UCC – 1 – 308 – 1-103. Facebook è ora un’entità quotata in borsa. Tutti sono incoraggiati a pubblicare un bando come questo, o se preferite, è possibile copiare e incollare questa versione. Non pubblicare tale dichiarazione almeno una volta, indirettamente permette l’uso di oggetti quali immagini e informazioni nei vostri aggiornamenti di stato pubblici.”
Questa ennesima BUFALA è una sorta di dichiarazione per tutelare i diritti alla riservatezza, alla segretezza della corrispondenza e alla tutela della propria immagine.
Il messaggio è frutto di una mano esperta in comunicazione, ha dei riferimenti normativi e tocca le corde emotive di ciascuno nel voler preservare la propria identità digitale.
Sul web c’è oggi la possibilità di essere inconsapevolmente manipolati, di essere monitorati nelle nostre decisioni, di essere condizionati nelle scelte attraverso messaggi strategicamente compilati che, seppur lontani da logiche politiche, possono condizionarne in futuro le nostre scelte e la nostra democrazia.
Aprite la mente, siate vigili culturalmente.
Scopri un’altra bufala su Facebook
Gli utenti di Facebook sono oggetto di studio e di analisi per le reazioni sociali stimolate da comunicazioni di massa. Immaginate degli animaletti da laboratorio che sollecitati da: segnali, scosse, stimoli reagiscono in modo preordinato. :-)
Ma perché vengono immessi questi messaggi palesemente inconsistenti agli occhi degli esperti di dritto e ai tecnici del web?
Provate a leggervi il post di Massimo Melica e magari capirete qualcosa in più.