Siamo nel 2017 e ormai quasi tutte le (piccole/medie/grandi) ONP fanno di internet la naturale estensione delle proprie attività. La domanda però potrebbe essere questa: Digital fundraising o fundraising ai tempi del digitale?
*Se la risposta fosse “è meglio parlare di fundraising ai tempi del digitale”, forse dovremmo cominciare a chiederci se è nostro mestiere comprendere la qualità del prodotto, la sostenibilità del prezzo, la struttura della distribuzione e l’impianto di comunicazione“.
Questa considerazione l’ho ascoltata da Giorgio Soffiato, AD di Marketing Arena, durante l’evento diecicose. (io ho poi sostituito marketing con fundraising)
La riporto sul mio blog (insieme ad altre che ho preso dal suo speech), perché credo sia una delle riflessioni più interessanti che le ONP dovrebbero fare, durante la stesura della propria strategia di raccolta fondi a lungo termine.
Il piano di raccolta fondi dovrebbe essere un derivato del piano strategico dell’organizzazione e quindi, il nostro mestiere, (di Fundraisers) dovrebbe essere prima di tutto, capire quali sono gli obiettivi da raggiungere. Si pensa alle competenze digital come un insieme di più ruoli:
- Web marketing manager
- Content editor
- Graphic Designer
- Social media strategist
- Performance specialist
- Web Developer
Vedi anche: Una nuova mentalità di Fundraising per le ONP
ogni punto equivale ad una professione ben specifica, ma il più delle volte vengono orientate verso chi si occupa della parte digital in ONP (o delegate ad agenzie).
Con questo, non voglio dire che ogni organizzazione debba avere una figura per ruolo, voglio però sottolineare la vastità (e di conseguenza la difficoltà) che sta dietro ad un progetto online.
All’interno delle organizzazioni non profit deve iniziare una contaminazione culturale (e deve partire SOPRATTUTTO da chi non si occupa di DIGITAL) che porti a far capire che la raccolta fondi si fa nell’era digitale perché la componente “digital” è ormai imprescindibile per qualsiasi attività di fundraising.
Non si deve però, commettere l’errore di fare un analisi della raccolta fondi aggregando i dati sulla base dello strumento di pagamento, (non sempre si può monitorare la fonte del contatto).
Ogni professionista all’interno dell’organizzazione che NON si occupa di digital dovrebbe iniziare valutare, capire e declinare la propria professione nelle dinamiche digitali.
Vedi anche: La raccolta fondi diventa omnicanale
Digital trasformation (iniziando da ogni professionista dell’organizzazione), nuovi modelli di fundraising da applicare, ri-allocazione dei budget, acquisizione di nuove competenze e nuove strategie di collaborazione sono solo alcuni dei cambiamenti che le organizzazioni dovranno iniziare ad adottare mantenendo il know-how e ri-attrezzando tutto il resto.
Bisogna fissare degli obiettivi chiari e ricordando che il digital marketing è un attività al servizio di ogni attività della raccolta fondi.
Il digital è e sarà il nostro primo punto di accesso alle informazioni e per questo (come hai già letto sopra) è ormai impossibile non considerarlo per ogni attività di raccolta fondi.
P.S. se vi capita, partecipate ad uno degli eventi di diecicose, di eventi in giro per l’Italia ce ne sono parecchi ma questo ne vale veramente la pena ;-)
* p.s probabilmente la frase sopra la ha detta un tale Philip Kotler che probabilmente qualcuno di voi un po conosce ;-)