Dopo aver visto l’iniziativa di Davide Moro, (a cui faccio i complimenti) che ha creato un utile strumento per analizzare le pagine Facebook di alcune ONLUS in Italia ho provato a capire quali sono le strategie dietro a questi numeri.
Osservatorio pagine Facebook Onlus su FundraisingMix.
Naturalmente non è c’è una ragione principe che stabilisce chi ha lavorato meglio o peggio.
Resta il fatto che una buona strategia può far migliorare il tasso di popolarità dato dal numero di Fan diviso le persone che ne parlano.
Il PTAT ossia “People Talking About This” (anche se non l’unica e non precisissima) è una metrica delle più importanti su Facebook perché sta ad indicare le persone che hanno interagito con la nostra pagina.
Vedi anche Instagram per il Non profit
Per creare contenuti “appeal” per i nostri fan però, c’è un primo passo da fare, ossia, conoscere quali sono le azioni che influenzano questa metrica.
10 Azioni che influenzano il PTAT
- Chi mette “Mi piace” a un post della nostra pagina
- Chi lascia un commento in un post della nostra pagina
- Chi condivide con gli amici un nostro post
- Chi ci menziona in un proprio post tramite il @nomeaccount
- Chi mette “Mi piace” sulla nostra pagina, quindi diventa fan
- Chi risponde ad una domanda di Facebook che abbiamo creato
- Chi scrive qualcosa sulla nostra bacheca Facebook
- Chi risponde che parteciperà ad un evento da voi creato
- Chi fa check in sulla vostra pagina tramite Facebook Place
- Chi, per le pagine che hanno ricevuto l’aggiornamento, scrive un giudizio sulla nostra pagina
Naturalmente tutti sappiamo che Facebook è diventato un Paid media (ossia che se vuoi essere visibile devi pagare) e che la diffusione organica dei contenuti caricati su una pagina vengono visualizzati da cc il 2 o 3% della base fan della pagina, quindi per avere una copertura migliore bisogna evolversi ed utilizzare un criterio per postare su Facebook.
Oltre a quello scritto sopra sappiamo anche che le immagini ed i post testuali hanno più diffusione (sempre che non contengano link esterni) e quindi dobbiamo sfruttare questa caratteristica. Ma come?
Come ONLUS non è che possiamo sempre postare contenuti uguali, ma non possiamo neppure caricare contenuti di basso valore e che non comunicano il nostro lavoro, quindi la soluzione è quella di mischiare le cose. Qui sotto trovi un PDF e un file Excel dove ho creato un Piano editoriale Social per le Non profit dove sono elencati, su base settimanale, i post che andrebbero caricati su Facebook e su Twitter in modo alternato.
Vedi anche Linkedin Fundraising
Social media plan per il Non profit
Questo piano editoriale social per il non profit non vale solo per Facebook ma anche per tutti gli altri social network più diffusi, inoltre è personalizzabile a seconda della categoria e delle mission di ogni ONG. Io ho inserito Facebook e Twitter perchè sono quelli più diffusi e che utilizzo maggiormente.
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